lunedì 26 ottobre 2015

Il valore della filiera: l’esperienza di Enzo Rossi – La Campofilone

Durante gli incontri dei “Giovedì del Gusto” di Regione Marche abbiamo spessissimo sentito parlare di filiera, di piccole aziende marchigiane che, singolarmente, conferiscono le materie prime utili alla produzione di pasta e concorrono tutte insieme alla realizzazione di prodotti eccellenti, sani, sicuri tracciabili.
Ma parlare di pasta è riduttivo …. L’azienda Campofilone si è organizzata al proprio interno secondo un’”involuzione culturale controllata” ed è quindi tornata a produrre come alla fondazione del 1912.
Ha acquistato 120 ettari per prodursi il grano, un pollaio di 1000 mq, dove vivono ben 7000 galline, per prodursi le uova.
Il grano è salubre, naturale, non trattato con fitofarmaci, pesticidi, usando concimazione organiche, un quantitativo piccolissimo di azoto con un pochino di anidride solforosa, per disinfettare il terreno e le foglie e, soprattutto, aumentare la tenacità del glutine nella pasta.
Le galline si nutrono con mangimi naturali, solo cereali, devono vivere bene e non essere schiave. Infatti vivono ben più di 2 anni e poi vengono regalate al vicinato, perché si possa godere ancora qualche bell’uovo fresco.
Grazie a tutto ciò i maccheroncini di Campofilone sono certificati QM, Qualità Marche e sono tracciabili, sicuri e buonissimi.
L’azienda ha infine avviato una collaborazione con due università, ed è stata fatta una ricerca su 60 persone sane, che mangiando 70 gr di pasta hanno sviluppato emissioni insuliniche del 50/55% inferiori rispetto all’assunzione degli zuccheri. Questo dimostra che anche i diabetici potrebbero permettersi un poco di pasta, con grande piacere anche per lo spirito.

mercoledì 14 ottobre 2015

Dalla Tradizione al Futuro - Alla scoperta della Biodiversità agraria con gli Agricoltori Custodi

Si è svolto a Milano presso lo showroom Elica l’appuntamento dei “Giovedì del Gusto” dedicato alla Biodiversità marchigiana. Gli Agricoltori Custodi, più che produttori, veri “filosofi del gusto” e valorosi vigilanti di piccole produzioni da sostenere, hanno accompagnato il pubblico presente alla scoperta di prodotti antichi e spesso dimenticati.
La figura dell’Agricoltore Custode è stata riconosciuta dalla Regione Marche nel 2003 e oggi, in occasione di Expo e anche grazie al Programma di Sviluppo Rurale della Regione Marche, è possibile conoscere meglio questo ruolo e, soprattutto, è possibile capire cosa una terra naturalmente ricca e ben coltivata possa offrire in termini di produzione agricola.
Gli Agricoltori Custodi recuperano o tutelano colture ancestrali, più che mai attuali nel gusto, ma soprattutto sane e non geneticamente modificate. Riscoprono sapori antichi e ci insegnano come la terra possa essere davvero generosa e meritevole di rispetto.
Nel corso della serata, grazie ad Andrea Orsini, abbiamo scoperto la Cipolla di Suasa che non è solamente un bulbo mangereccio, ma diventa anche un modo per unire un territorio, due province e due comuni al rilancio di una produzione che sembrava perduta. Essa viene, infatti, maggiormente coltivata nei comuni di Castellone di Suasa e di San Lorenzo in Campo, al di qua e al di là quindi del fiume Cesano.
Nella stessa serata abbiamo incontrato il carciofo di Montelupone, località arroccata sulla cima di un colle a circa 400 m di altitudine. Terreni freschi e profondi senza pendenze di rilievo favoriscono queste colture di cui ci hanno ampiamente raccontato gli Agricoltori Custodi Antonelli e Cipriani.
Al termine la degustazione dei prodotti presentati ha deliziato i palati e fatto scoprire sapori mai provati.